Campionato nazionale di atletica leggera su pista 2024 Scopri

CSI fra Discobolo e Pasqua nelle colline marchigiane

Sabato 23 marzo assegnato il riconoscimento più alto dell’Associazione a Francesco Paoloni. Lunedì Santo, incontro associativo a Recanati fra i dirigenti territoriali ed il Presidente nazionale Bosio, in collegamento. Spunti di riflessione per il presidente regionale Mattioli in vista della Pasqua

Condividi:
CSI fra Discobolo e Pasqua nelle colline marchigiane

Una vita spesa al servizio del Centro Sportivo Italiano, promuovendone gli ideali e trasmettendo la passione per lo sport e i sani valori, a migliaia di giovani. Francesco Paoloni, fanese classe 1966, attualmente Vicepresidente del Comitato provinciale CSI di Pesaro-Urbino, sabato 23 marzo ha ricevuto direttamente dalle mani del Sindaco di Fano, Massimo Seri e dell’Assessore allo Sport Barbara Brunori, oltre che del Presidente regionale CSI Marche, Giacomo Mattioli e del numero uno provinciale Marco Pagnetti, il Discobolo d’Oro al Merito 2023, il più alto attestato di stima per tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno generosamente dedicato ampia parte della loro vita al CSI. Oltre a questo riconoscimento, l’attività ciessina nelle Marche ha vissuto ancora un importante appuntamento, ad inizio della Settimana Santa.

Si è svolto lunedì 25 marzo l’incontro del Comitato Regionale CSI Marche a Recanati, presso la Parrocchia di Sant’Agostino, dal titolo “Pasqua con… il Presidente Nazionale” che ha visto appunto, collegato in video, la partecipazione di Vittorio Bosio.
All’ombra della Torre del “Passero solitario” di Leopardi, ospiti dell’Assistente Ecclesiastico regionale, Padre Roberto Zorzolo, dopo una cena in fraternità, i Presidenti provinciali e i Consiglieri regionali si sono ritrovati a confrontarsi su come rilanciare l’attività del CSI nei propri territori alla luce non solo delle prossime assemblee elettive, ma anche traendo spunti dalla Pasqua imminente.
Partendo dal Vangelo del giorno, quello dei Discepoli di Emmaus, la riflessione di Padre Roberto ha toccato tre temi principali:
1. partire dalla realtà: avvicinarci alle persone, ascoltare la realtà, i problemi, essere capaci di porre domande che aiutino a guardare la realtà con uno sguardo più critico;
2. servirsi del testo della Bibbia: con l’aiuto della Bibbia, illuminare la situazione e trasformare la Croce, segnale di morte, in segnale di vita e di speranza. Così ciò che impedisce di vedere, diventa luce e forza lungo il cammino;
3. celebrare e condividere in comunità: saper creare un ambiente orante di fede e di fraternità, dove lo Spirito possa agire. È lo Spirito che ci fa scoprire e sperimentare la Parola di Dio nella vita e ci porta a capire il senso delle parole di Gesù.

Il Presidente regionale Giacomo Mattioli ha tratto spunto dal confronto che nel testo evangelico i Discepoli hanno in merito a quanto hanno appena vissuto, per disegnare il parallelo con la vita associativa del CSI: conversare significa avere familiarità, che, a sua volta significa rispetto reciproco anche quando l’altro la pensa in maniera diversa da noi. Questo non deve mai mancare nelle dinamiche interne del CSI, laddove invece più volte nel recente passato vi sono stati contrasti non sulle idee ma sulle persone.
Quindi il Presidente nazionale Bosio, con una riflessione di ampio respiro ha ripercorso i passi principali degli ultimi anni, dal boom pre-pandemia allo stop totale dovuto al covid fino alla successiva ripresa improvvisa e dirompente dell’attività sportiva. Due gli aspetti principali del suo discorso:
1. essere davvero, come dice Papa Francesco, “Chiesa in uscita”: non dedicarsi solo ai più bravi ma a tutti, anzi in primis agli ultimi, ai piccoli, agli emarginati, alle persone “difficili”; non prendere solo i pezzetti di quello che ci fa comodo ma interessarci alla persona nella sua interezza;
2. ricordarci che tutti noi siamo a disposizione nel servizio all’Associazione, alla comunità, alla Chiesa, e per fare questo c’è bisogno di dirigenti coraggiosi. La pandemia avrebbe dovuto insegnarci a metterci a disposizione e fare ciascuno la propria parte, ma invece sembra che a molti abbia insegnato solo a starsene comodo all’interno della propria comfort zone. Dobbiamo rispondere “Presente!” alla chiamata della nostra Associazione e metterci al servizio della persona.