Compie un anno in luglio il progetto “A Bordocampo”, ammesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale, ai sensi dell’articolo 72 del CTS, per l’annualità 2019 che, a causa della pandemia, entra nell’ultima fase in questi giorni di zone bianche, di ritrovata “quasi” normalità.
L’iniziativa si propone di sperimentare in 16 Comitati territoriali CSI delle forme di rilancio dei territori attraverso l’organizzazione e la promozione di eventi sportivi di promozione sociale, sotto la forma prioritaria di “Villaggi dello Sport”.
Sono diversi i target progettuali. Dopo aver selezionato e formato un gruppo di promotori di eventi sportivi nei comitati coinvolti i primi sono quelli di animare appunto i territori, coinvolgendo le comunità, le società sportive e gli atleti, oltre alle istituzioni locali, le micro-economie, in particolare nei luoghi caratterizzati da situazioni di marginalità. Si vuole quindi contrastare la trasformazione delle periferie in “ghetti urbani”, individuando momenti e occasioni che permettano di farle vivere, sportivamente, riportando le persone nei parchi, nelle piazze. A Bordocampo, del resto, vuole anche essere un segnale di forte contrasto alla disoccupazione e al disagio sociale, offrendo nuovi sbocchi lavorativi, attraverso la creazione di società sportive avendo formato promotori di eventi sportivi.
È il direttore generale del CSI, Michele Marchetti, a spiegare lo spirito del progetto. «In campo si giocano le partite e si svolgono gli allenamenti, ma talvolta occorre fare anche due passi fuori dal recinto del gioco. Perché dal bordo del campo si vede di più. Vogliamo così creare un equilibrio tra esperienza sportiva destrutturata ed una proposta sociale ed educativa attraverso la formula degli eventi sportivi. Certamente da bordo campo vogliamo “portare dentro” più persone possibile per questa estate ed autunno fino alla prossima stagione».