Per testimoniare le attività svolte da oltre dieci anni dal CSI di Modena all’interno della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia, è stata allestita presso il Laboratorio Aperto di Modena la mostra fotografica dedicata al progetto “Il mio campo libero”.
A curare l’esposizione, 24 scatti di attività sportive (nella foto) svolte presso la struttura, sono stati i fotografi Diego Camola e Dante Farricella, che hanno seguito diversi dei progetti realizzati per raccontare attraverso le immagini l’impegno del Comitato a favore delle persone detenute e internate.
«Con la mostra fotografica abbiamo voluto raccontare attraverso la forza delle immagini – spiegano Camola e Farricella – quello che è un vero e proprio momento di ‘evasione’ per lepersone che partecipano alle attività organizzate dal CSI di Modena. Il potere dello sport è tanto grande da abbattere le mura del carcere, al punto che, appena si comincia a giocare a pallone, queste sembrano non esistere più e ci si sente su un qualsiasi campetto di quartiere. Questo è quello che abbiamo provato a comunicare con il nostro lavoro, l’enorme impatto che le attività sportive e ludiche possono avere sulla popolazione detenuta in termini di benessere fisico e psicologico».
«La scelta di allestire una mostra fotografica che racconti le nostre attività all’interno del carcere nasce dalla volontà di comunicare all’esterno quello che da anni facciamo a favore della popolazione detenuta – ribadisce Emanuela Maria Carta, il 17 gennaio rieletta Presidente del Comitato modenese – in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria e il Comune di Castelfranco Emilia. Il nostro obiettivo è quello di favorire percorsi di rieducazione attraverso lo sport, incoraggiando lo spirito di squadra, l’allentamento delle tensioni e il rispetto condiviso delle regole del gioco, unendo i partecipanti all’attività verso un obiettivo comune. La collaborazione e la relazione positiva aiutano a superare diversità e barriere culturali, sviluppano l’ascolto e la cura dell’altro, spronano alla tolleranza, all’aiuto reciproco e all’adattamento, valori fondamentali per l’integrazione sociale e il riscatto personale, dentro e fuori dal carcere».
Ma oltre a scendere in campo con la mostra sulla casa di reclusione di Castelfranco, il CSI Modena – che è attivo nel penitenziario provinciale dal 2013 – ha annunciato un nuovo progetto dedicato alla popolazione adulta maschile "Sportivi: dentro e fuori", che si svilupperà fino al luglio 2026 coinvolgendo in prima linea alcune società sportive del territorio. Le società sportive Monari Nasi e Cittadella Vis Modena organizzeranno amichevoli di calcio a 7 ogni due mesi. Il Basket Polisportiva Castelfranco Emilia si renderà protagonista con quattro momenti di pallacanestro in versione "street" e con incontri sulla legalità e il reinserimento nella società. L'ASD “Uno critico” trasferirà i giochi da tavolo all’interno del carcere con attività settimanali. Uno degli obiettivi è il contrasto alle dipendenze da gioco. Il CSI Modena è capofila del progetto che include la casa di reclusione castelfranchese, il Comune di Castelfranco e l'Ausl di Modena.
Il CSI Modena inoltre attraverso propri educatori qualificati effettua la formazione per la durata di 10 lezioni per qualificarsi come arbitri di calcio. Previsti successivamente momenti di training per far sperimentare la pratica all’interno dell’Istituto e dove possibile anche all’esterno designando il neo arbitro in partite di campionato di calcio giovanile CSI. E’ prevista inoltre una formazione dedicata all’utilizzo del dispositivo DAE e delle norme di primo soccorso.
Ancora una volta per promuovere salute e benessere psico-fisico, e facilitare il recupero dei detenuti lo sport si mostra strumento educativo e di prevenzione del disagio sociale, di sviluppo e di inclusione sociale, di recupero e di socializzazione, integrando dei gruppi a rischio di emarginazione e delle minoranze.