Insieme per la campagna “Odiare non è uno sport”

Ripartono le attività del progetto ONES

Tanti i partner pronti a collaborare per contrastare i messaggi d’odio in ambito sportivo, insieme a campioni, società, associazioni e scuole

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Insieme per la campagna “Odiare non è uno sport”

«Sentimento di forte e persistente avversione, per cui si desidera il male o la rovina altrui; più genericamente, sentimento di profonda ostilità e antipatia»: questa è la definizione di “odio” che dà l’Enciclopedia Treccani; questo è il sentimento che il progetto ONES vuole contrastare, nello specifico nella comunicazione online e nell’ambito sportivo.

Avviato nel mese di gennaio 2023, il progetto ha già preso forma con gli incontri per l’ideazione dei formati didattici da introdurre negli ambienti scolastici e sportivi, ma è nella giornata del 6 aprile che vede partire ufficialmente, attraverso la mobilitazione su più larga scala di sostenitori e campioni del mondo sportivo, la campagna “Odiare non è uno sport”. Oggi infatti è la Giornata Mondiale dello Sport, ed è dunque l’occasione per ricordare che il fenomeno dell’hate speech non deve trovare posto in ambito sportivo.

Perché i messaggi d'odio, che con grande facilità dilagano sul web e sui social, non incontrino terreno fertile tra i giovani, primi protagonisti della comunicazione online, è necessario creare più consapevolezza sul fenomeno, tanto tra gli adolescenti quanto tra gli adulti. Per questo motivo, questa seconda edizione del progetto ONES prevede il coinvolgimento in percorsi formativi sulle dinamiche dell’odio nello sport ben 600 docenti e 2200 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado, 540 allenatori che operano a contatto con i ragazzi, 300 dirigenti di società sportive e 900 giovani atleti della fascia 11-18 anni.

Nell’ambito del progetto, inoltre, verrà realizzato il secondo “Barometro dell’Odio nello sport“, prodotto anche durante la prima edizione di ONES grazie all’analisi e al monitoraggio di social media e testate giornalistiche sportive. Saranno altresì costituite nove squadre di attivisti digitali, formate da giovani e studenti, che porteranno avanti azioni di contrasto ai discorsi d’odio all’interno di chat e social network.

Tanti i campioni sportivi che hanno animato già la prima edizione del progetto. Tra questi, le testimonianze di Igor Cassina, Paola Egonu, Stefano Oppo, Alessia Maurelli, Frank Chamizo, Valeria Straneo ed Angela Carini; numerosi anche i racconti di storie di inclusione sociale realizzatesi sul territorio grazie allo sport.

Il progetto è sostenuto dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo e promosso dal Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo. Insieme al Centro Sportivo Italiano, collaborano come partner dell’iniziativa l’ente di promozione sportiva Libertas, 7 ONG italiane (ADP, ASPEm. CELIM, COMI, CoPE, LVIA, Progettomondo), Informatici senza Frontiere e ImpactSkills per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche, le Università di Torino e Trieste per la realizzazione della ricerca e la supervisione scientifica.