Grandi festeggiamenti il 24 novembre per gli 80 anni del Comitato territoriale del CSI di Campobasso, che per la ricorrenza ha organizzato nella spettacolare e storica location del Castello di Tufara un convegno dal tema molto caldo, quello dell’importanza della pratica sportiva in aree interne e spesso con popolazione in forte calo, con l’esodo giovanile e una crescente difficoltà per chi resta. Molte le idee proposte nei vari e qualificati interventi all’interno del convegno “La pratica sportiva valore aggiunto delle comunità nelle aree interne”.
Dopo i saluti del presidente del CSI Campobasso, Carmine Palmieri, il sentito intervento della consigliera regionale Micaela Fanelli e del presidente del Consiglio comunale, Gianpiero Farnese, hanno offerto la loro testimonianza al dibattito anche i presidenti dei Comitati di Cassino, Mario Scuro, e di Frosinone, Biagio Saccoccio, come anche il referente per le attività sportive di Lanciano e Ortona, Josè Ramundo.
Nel corso della ricca giornata di interventi e scambi di idee, il commissario del Comitato regionale del CSI Molise, Pietro Montanaro, dopo aver salutato i presenti, ha voluto far dono di una targa ricordo al presidente territoriale del CSI Carmine Palmieri, per il suo impegno ultraventennale come amministratore prima e poi come presidente. Un momento di condivisione che ha senza dubbio arricchito tutti, in un’ottica di vecchie e nuove collaborazioni che potranno far bene ai Comitati di regioni che vivono similari difficoltà, ma che vogliono con forza superarle e guardare al futuro con ottimismo.
Il Comitato di Campobasso, da diversi anni gemellato con quello materano presieduto da Lorenzo Calia, ha visto dalla vicina Basilicata arrivare per l’occasione una delegazione composta da Cosimo Ambrosecchia, Eustachio Di Cuia e Cristoforo Nino Di Cuia. Proprio da quest’ultimo, componente del Collegio Nazionale dei Probiviri del Centro Sportivo Italiano, è arrivato un interessante intervento, a proposito di spopolamento delle piccole regioni, quali ad esempio Basilicata e Molise, ed in virtù del dato demografico nazionale, che evidenzia una fascia di popolazione italiana sempre più longeva (il 24% degli italiani ha infatti secondo l’Istat più di 65 anni). Senza snaturare la natura e l’essenza dell'Associazione che, per sua natura, è a forte vocazione giovanile, accoglie tutti e lascia “indietro nessuno”, «occorre – ha asserito Di Cuia – forse fermarsi un attimo e domandarsi: nei nostri territori, quale tipo di attività sportiva, che sia veicolo di sviluppo psicofisico, è necessaria e, soprattutto, verso quali fasce di popolazione? Lo spopolamento nella stragrande maggioranza dei nostri Comuni sta determinando un innalzamento costante ma inesorabile dell’età media degli abitanti dei Comuni, soprattutto interni. Ebbene abbiamo avviato, nel tempo, progetti in diverse direzioni, quali sinergie con le parrocchie dei Comuni delle aree interne, progetti con le amministrazioni locali, realizzazione di campionati in categorie di età under 10 e under 12 in sport come basket e pallavolo. Avvio di uno “sport per adulti”, ginnastica dolce, camminate non impegnative, tornei riservati esclusivamente alle età avanzate. Questo è un elemento, lo sport per adulti e anziani, verso cui il CSI deve necessariamente orientare lo sguardo nel prossimo futuro, poiché forte sarà l’esigenza di rispondere alle legittime aspettative di una grande fascia di praticanti di attività non eccessivamente logoranti dal punto di vista psicofisico».