“Il calcio che ci fa grandi”

Il convegno del CSI all’interno del Festival della Serie A di Parma

Sabato 8 giugno, presso il Teatro Regio di Parma, ad aprire il Festival della Serie A è stato il panel “Il calcio che ci fa grandi. Il ruolo educativo del calcio, dall’oratorio alla Serie A”, dove è stato affrontato insieme a tanti illustri ospiti il ruolo educativo del calcio, dallo sport di base fino a quello professionistico

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“Il calcio che ci fa grandi”

Sono stati numerosi gli ospiti intervenuti all’interno del panel “Il calcio che ci fa grandi. Il ruolo educativo del calcio, dall’oratorio alla Serie A”. Il convegno si è svolto nella luminosa cornice del Teatro Regio di Parma, una delle location che lo scorso fine settimana hanno ospitato il Festival della Serie A.

Da venerdì 7 a domenica 9 giugno, la città parmigiana è stata infatti la sede della prima edizione del festival dedicato al massimo campionato italiano, organizzato da Lega Serie A con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Parma. Ad aprire la giornata di sabato è stato proprio il panel con ospite Vittorio Bosio, Presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano, che ha dato il via ai lavori all’interno della Sala Scudetto, nel convegno moderato dalla giornalista Federica Lodi e pensato per affrontare il ruolo educativo del calcio.

Il Presidente Bosio ha posto l’accento sulla vicinanza di due mondi, il calcio di base e quello professionistico, che si uniscono in modo emblematico all’interno della Junior TIM Cup, il progetto che dal 2013 unisce Lega Serie A, TIM e CSI. Vittorio Bosio ha ricordato come, negli undici anni di Junior TIM Cup, si è avuta la dimostrazione, in particolare in occasione degli incontri con i campioni del calcio di vertice, di scoprire come tanti professionisti del calcio siano partiti dal campo dell’oratorio: «Credo che tutto il mondo del calcio abbia dietro un grande progetto educativo, che è quello di trasmettere dei messaggi positivi per la vita, tanto per i giovani quanto per gli adulti».

«L’oratorio è la base della nostra piramide» ha dichiarato Luigi De Siervo, Amministratore Delegato di Lega Serie A, condividendo quanto espresso dal Presidente Bosio e rimarcando a sua volta il legame tra i due mondi. L’AD De Siervo ha posto particolare attenzione sul ruolo sociale del calcio e sulle sue potenzialità nel diffondere valori fondamentali per la società, sottolineando come possa divenire veicolo di campagne quali quella della lotta al razzismo.

Proprio i campioni dell’undicesima edizione della Junior TIM Cup | Keep Racism Out, che sposa già a partire dal nome la campagna di Lega Serie A a contrasto di ogni discriminazione, erano presenti tra il pubblico, insieme a bambini e ragazzi del CSI di Parma. Sono stati i vincitori di quest’anno, i giovani dell’Oratorio Sant'Andrea Corsini, a salire sul palco e a ricevere l’applauso dei presenti, sollevando ancora una volta la coppa del torneo nazionale degli oratori.

 

 
Il tema dell’educazione e della crescita attraverso lo sport travalica i confini della Junior TIM Cup e permea tutte le attività del Centro Sportivo Italiano, attivo all’interno di oratori e parrocchie per promuovere un’offerta sportiva che si adatti a tutta la popolazione. L’oratorio è «un luogo dove potersi incontrare, dove la competizione è anche crescita, è scoperta di sé»: questo il commento di don Luca Meacci, Assistente Ecclesiastico del CSI Toscana, che ha descritto l’oratorio come ambiente accogliente, dove i più piccoli possano crescere in amicizia e praticare sport divertendosi.

Insieme a don Meacci, è intervenuto sul palco Livio Gigliuto, Presidente dell’Istituto Piepoli, il quale ha esposto al pubblico i risultati della ricerca portata avanti per indagare il rapporto tra sport e oratorio. Dai dati emersi risulta evidente quali siano gli elementi che spingono numerose famiglie a scegliere l’ambiente oratoriale per la pratica dell’attività sportiva. Tra i valori indicati come associati all’oratorio, spiccano l’inclusione, la relazione e il rispetto dell’altro, il divertimento, la comunità e l’amicizia. L’oratorio è cioè soprattutto il luogo aperto a tutti dove potersi incontrare e stare insieme, praticando un’attività che vede il divertimento prima della competizione.

Sul ruolo sociale dello sport ha preso la parola anche la giornalista Paola Severini Melograni, parlando del calcio come comunità educante e come strada di espressione ed emancipazione per tante persone con disabilità, che trovano nell’attività sportiva aperta a tutti un ambiente sicuro e sano in cui crescere e relazionarsi con l’altro.

A chiudere il tavolo dei relatori è stato Mattia Notari, responsabile del settore giovanile del Parma Calcio 1913, il quale ha approfondito l’importanza del tema educativo anche nel calcio professionistico, sottolineando a sua volta la comunanza di valori esistente tra chi si occupa di formare i più giovani, a prescindere dal livello sportivo in cui si trova ad operare.