Dal 1944, quindi ormai da ben quasi 80 anni!, il Centro Sportivo Italiano promuove la socialità, la solidarietà, l’educazione attraverso lo sport: una proposta che vuole includere e accogliere tutti e che ha dimostrato negli anni tutta la sua indiscutibile importanza.
In questi giorni ci stiamo avvicinando alle elezioni politiche per il nuovo Parlamento e per il nuovo Governo. È fin troppo evidente che si tratta di elezioni particolarmente importanti. Chi sarà chiamato a governare il Paese avrà l’enorme responsabilità di guidarlo in un momento storico impegnativo e delicato, segnato da una pandemia non ancora debellata e da una drammatica guerra che si svolge nel cuore dell’Europa, alle porte di casa nostra e che ci coinvolge direttamente per moltissimi aspetti: la crisi energetica; il lievitare dei costi della vita che mette a dura prova moltissime famiglie; la difficoltà di molte imprese a garantire i livelli occupazionali.
Non sarà facile, perciò, trovare la strada per continuare a stare insieme senza perdere mai di vista i problemi (le opportunità) educativi, sociali, economici e culturali. Non sarà facile ma noi dobbiamo fare tutto il possibile per riuscirci.
Con tenacia e costanza, il Centro Sportivo Italiano è pronto ancora una volta a fare la sua parte ma, al contempo chiede al Parlamento che verrà e al futuro Governo, in armonia con i contesti europeo e mondiale, la massima attenzione al mondo dello sport.
Lo sport, infatti, può contribuire efficacemente alla vita buona dei ragazzi, dei giovani e degli adulti. Sport non è solo competizione: è palestra di vita e di solidarietà. In questo momento abbiamo più che mai bisogno di vivere realizzando questi valori e non possiamo farci scudo dell’alibi che ormai sono compiti troppo difficili. Il CSI ha dimostrato quanto bene può fare lo sport alla società civile, ai piccoli come ai giovani, agli adulti come agli anziani.
Eppure, purtroppo, lo sport, al di là di qualche breve parentesi di qualche “illuminato”, appare molto marginale nel dibattito elettorale. Si tratta di un’assenza di rilievo e molto grave perché lo sport di base, quello delle associazioni locali, nelle periferie, nelle parrocchie, inclusivo e aperto a tutte e a tutti, senza alcuna distinzione o eccezione, è una leva di coesione sociale che sarà determinante per la ripartenza del Paese.
Alla luce di tutto questo chiediamo ai candidati e ai partiti, che intendono governare l’Italia per servirla, di illustrare la propria posizione su una piattaforma di sette punti pensata per la salvaguardia dello sport per tutti. Una piattaforma che il Consiglio nazionale del Centro Sportivo Italiano offre a tutti coloro che hanno a cuore il futuro delle sportive e degli sportivi di tutta Italia.
Attendiamo parole chiare, pronti ad accoglierle e rilanciarle, ma anche pronti a richiamare severamente chi si volesse sottrarre a questo doveroso confronto.
1) SPORT E LAVORO
Il Centro Sportivo Italiano ritiene che il lavoro sportivo debba essere tutelato e garantito, anche tenendo conto dell’effettiva sostenibilità per l’intero sistema. A tal fine occorre confermare al più presto, senza ulteriori indugi, la proposta di decreto correttivo sul lavoro sportivo, assolutamente necessaria prima che la riforma entri in vigore con il rischio che risulti insostenibile per le associazioni sportive di base. Non possiamo rischiare di perdere il patrimonio di società sportive, gestite sobriamente ed efficacemente, che ha tanto contribuito alla diffusione della pratica sportiva. Sarebbe un delitto morale. In tale ambito, occorre fare chiarezza anche sui requisiti del lavoratore sportivo, poiché molte figure sono qualificate attraverso percorsi formativi differenti e organizzazioni diverse, ma mai equiparate e normate, se non all’interno di ogni singola FSN o EPS.
2) SPORT E TERZO SETTORE
Il CSI chiede interventi urgenti atti a semplificare, anche utilizzando le modalità digitali, la rilevazione dei volontari in organizzazioni che accolgono numeri significativi di iscritti/e, affinché lo sport di base possa proseguire il proprio contributo nella promozione sociale e nelle attività di coesione sociale e accoglienza.
3) PARI DIGNITÀ, NELLA DIFFERENZA
Il Centro Sportivo Italiano ritiene che sia ormai il tempo di un intervento normativo che riconosca pari dignità fra tutti i soggetti sportivi - Federazioni, Enti di Promozione Sportiva, Discipline associate, ecc. – riconoscendone la differente finalità nella promozione di attività competitive ai vari livelli. Assicurare alle società e associazioni sportive di associarsi a qualsiasi Ente, anche contemporaneamente, è un dovere della buona politica che non può permettere che si generino effetti punitivi sui sodalizi sportivi che devono poter scegliere liberamente a quali soggetti sportivi aderire.
4) REGISTRO DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE
Il Centro Sportivo Italiano chiede l’estensione dei benefici fiscali e tributari, derivanti dall’iscrizione al Registro delle attività sportive dilettantistiche, anche alle Parrocchie e agli Oratori regolarmente affiliati a Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate ed Enti di Promozione Sportiva. Nel contempo, purtroppo, il nuovo registro, entrato in vigore l’1 settembre 2022, presenta numerose difficoltà e contraddizioni, su cui si richiede di poter aprire, in maniera costruttiva, un confronto perché si possano semplificare le procedure affinché siano al servizio delle associazioni sportive.
5) SPORT GIOVANILE
A causa della pandemia, nella fascia di età 3-14 anni si è registrata una diminuzione di praticanti pari al 4% (cioè 1 milione di giovanissimi/e in meno rispetto a prima del Covid!) e un incremento di 350 mila “sedentari” (e sappiamo quanto questo sia dannoso per la salute e per l’economia nazionali). La promozione del benessere fisico e la salute della vita dei cittadini ci incoraggiano a voler diffondere i valori sportivi in ogni individuo e, in un momento così delicato, questa azione è mirata a coinvolgere la nostra popolazione a prescindere dalla fascia di età e dimensione sociale. Occorre un piano straordinario per la promozione complessiva dello sport – ed in particolare quello giovanile - che miri ad incrementare, nei prossimi 5 anni, di almeno 3 punti percentuali il numero dei minori praticanti sport. Il Centro Sportivo Italiano desidera confrontarsi con quanti ritengano questa una priorità di politica per l’infanzia e per il sociale, per condividere modalità, forme e strumenti attuativi, tra cui la proposta di incrementare le detrazioni fiscali (attualmente a soli 210 euro) a favore delle famiglie, così come sarebbe importante una detrazione fiscale maggiore per le aziende che sostengono l’attività sportiva delle associazioni sportive che investono in ambito giovanile.
6) SPORT E AMBIENTE
La gestione degli impianti, anche a causa della crisi energetica, sta diventando insostenibile con l’esplosione delle tariffe per l’uso degli impianti sportivi. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha riconosciuto un ruolo strategico alla riqualificazione delle strutture sportive, volte a favore dell’inclusione e dell’integrazione sociale attraverso la diffusione della cultura dello sport, ma finora ha privilegiato solamente quei Comuni che hanno presentato interventi rilevanti solo per le Federazioni Sportive Nazionali e Paralimpiche. Il CSI chiede una seria politica di incentivi per implementare l’uso delle energie rinnovabili in tutti gli impianti sportivi e per la riqualificazione/ampliamento degli impianti sportivi esistenti, offrendo, anche per il tramite dell’Istituto per il Credito Sportivo, linee di credito vantaggiose e con procedure semplificate, nella prospettiva della manutenzione ordinaria e straordinaria.
7) ISTITUZIONI SPORTIVE
Nell’ultima fase, abbiamo registrato tensioni tra le istituzioni che sono chiamate a gestire lo sport: Dipartimento dello Sport, CONI, Sport e Salute Spa. Istituzioni diverse, confusione di competenze e tanto altro. Il CSI chiede che la politica semplifichi e chiarisca i rapporti tra le istituzioni sportive, in un quadro di maggiore trasparenza per tutti i soggetti sportivi, che richiedono maggiore armonia e maggiore possibilità di autentico e fecondo dialogo con ciascuno di essi. In effetti, la riforma del lavoro sportivo, l’aumento dei costi di gestione degli impianti, la complessità delle norme fiscali e amministrative che spesso richiedono la consulenza di professionisti, pesano sulle associazioni sportive di base, ovvero sulle quote di iscrizione a carico delle famiglie, disincentivando di fatto la pratica sportiva.