L’entrata in vigore della Riforma dello sport ha introdotto una serie di norme volendo modernizzare il settore e garantire maggiore trasparenza. Tuttavia, procedure ammini-strative complesse, nuovi adempimenti fiscali e obblighi stanno trasportando migliaia di associazioni sportive in un vero e proprio labirinto. Si rischia di allontanare le società sportive dalla loro missione: essere luoghi di incontro, crescita e inclusione. Le piccole realtà – in particolare le parrocchie, gli oratori e le associazioni di periferia – faticano a reggere il peso di una macchina burocratica che richiede competenze gestionali sempre più specifiche, sottraendo tempo ed energie alla vera anima dello sport: la relazione con i giovani, il supporto alle famiglie, la promozione di stili di vita sani, la formazione e l’educazione.
La società sportiva, nella storia del CSI, è sempre stata una comunità, un luogo dove i bambini imparano a collaborare e a rispettare le regole; dove le famiglie si incontrano; dove si combattono le solitudini e si costruiscono reti sociali. Ma come si può continuare a perseguire questa missione quando il tempo e le risorse sono assorbiti da una vera e propria angoscia nei confronti degli adempimenti? Come si può andare avanti, quando le norme generano caos (palese la contraddizione nel trattamento tra co.co.co. sportive e collaborazioni occasionali sotto i 5 mila euro), confusione, incertezza? Come si arriverà al gennaio 2026, quando molte operazioni sportive trasleranno dall’esclusione all’esenzione dell’Iva? Le norme, nate per tutelare il mondo sportivo, stanno spingendo molte realtà sportive alla chiusura, con la conseguente eclissi di quel presidio sociale e culturale, quale la comunità sportiva. Non si tratta di abolire la riforma, che ha portato ordine e richiamato ad un salto di qualità, né di contare sull’ennesimo rinvio, ma, senza pregiudizi e con la giusta sensibilità, è necessario analizzare la situazione e proporre semplificazioni, come anche gli esperti suggeriscono, per garantire la sostenibilità e l’identità dello sport di base.
Come CSI, cercheremo di rilanciare proposte ragionevoli e di buon senso, sicuri della volontà e capacità di ascolto da parte delle istituzioni, ma soprattutto convinti che anch’esse hanno a cuore il futuro delle associazioni sportive.