Delle due indimenticabili giornate vissute a Roma per il Giubileo dello Sport, mi torna in mente il momento vissuto con Leone XIV, quando, nell’ambito della Messa celebrata alla presenza degli sportivi, ha richiamato con paterno affetto alla necessità di continuare a proporre sport, secondo i valori cristiani, con impegno, con coraggio, con speranza. Ma ho sussultato quando, fra le citazioni del Papa – a sostegno della pratica sportiva, cristianamente intesa –, ha menzionato nella sua omelia quella che San Paolo VI rivolse in un’udienza al CSI. Non è un caso.
Se oggi il Papa richiama quanto con affetto paterno ci disse Paolo VI nel 1975, in occasione del trentennale di vita, significa che siamo stati capaci di essere fedeli alla nostra origine, ai nostri valori fondanti. Ed è motivo di orgoglio per un’Associazione che ha 80 anni e che ha attraversato una miriade di problemi, subendo, partecipando, a volte condividendo, cambiamenti epocali, ma sempre confermando la propria vocazione al servizio dei ragazzi, dei giovani e degli adulti, specie di chi è messo ai margini. Mi ha fatto assai piacere constatare che eravamo in tanti, insieme a Papa Leone XIV, segno che nel CSI, al di là e al di sopra del giusto confronto e della dialettica associativa (sale della democrazia), c’è un’unità di intenti che ha ottime fondamenta. Ringrazio tutti per questo momento confortante per la vita associativa e in particolare, chi, come me, pensa ogni giorno al bene del CSI.
Sono stato anche felice nel leggere sui vari media (tv, radio, social), che hanno seguito il Giubileo dello Sport, l’evidenza quasi unanime ai concetti di “gioia”, “amicizia”, “donarsi agli altri” che il Pontefice ha specificato nei suoi passaggi. I momenti più significativi del nostro calendario ci stanno confermando che siamo ancora sulla strada giusta, ma voglio sottolineare che, pur nella valorizzazione di tutti i mezzi di incontro “da remoto”, il Giubileo ha messo in risalto che l’incontro di persona è il vero incontro con l’altro, o meglio, con gli altri. Teniamolo presente, per evitare di perdere, pur nella valorizzazione dei nuovi mezzi, l’anima del nostro essere CSI: la relazione fra persone, nella realizzazione del mandato evangelico ad essere fratelli l’uno dell’altro. Sempre.