Giugno è un po’ il mese spartiacque tra due modi di vivere la proposta sportiva del CSI. Concluse le attività “invernali”, prende ora il sopravvento il momento del gioco. Si realizza così il giusto equilibrio tra il tempo dell’impegno e il tempo del gioco più libero. Rispetto ad un passato recente, qualcosa è cambiato radicalmente. Lasciati soli tra di loro, i bambini e i ragazzi sono stati per decenni le voci e i suoni dei cortili, delle strade, delle piazze e, soprattutto, degli oratori. Oggi invece temo sia molto alto il rischio corso dai ragazzi soli: di chiudersi in un isolamento pericoloso, riempito dalle nuove modalità di vivere la giornata, connessi. Penso ai social, ai giochi sui cellulari o sui computer. Perciò è assai importante il grande lavoro che stanno svolgendo le parrocchie, gli oratori e le società sportive, grandi e piccole, in tutta Italia, per offrire luoghi di incontro e di gioco. Col tempo l’estate è diventata sempre più ricca di proposte, accogliendo anche l’appello delle famiglie e dei genitori che si ritrovano improvvisamente, chiuse le scuole, a dedicarsi anche alla gestione del tempo libero dei figli. Non si tratta, sia chiaro, di rispondere ad una scelta utilitaristica, tesa a sbolognare da qualche parte la prole, ma semplicemente di una proposta che la nostra Associazione inserisce in un progetto ben più ampio, che tende a fare della nostra, una società maggiormente coesa e capace di vivere “insieme”. Per quanto attualmente poco evidente, il rischio di non saper più vivere “insieme” è altissimo. Solo qualche decennio fa, era quasi impossibile rimanere soli. Il tempo di una mezz’ora, al massimo, e si veniva raggiunti da amici o amiche con cui giocare. Quasi sempre giochi semplici, inventati da chi sapeva arrangiarsi con scarsissimi mezzi economici. Un pallone malconcio, un pezzo di scarto di un mattone “forato” da utilizzare come gesso sul pavimento, un legnetto reso appuntito da prendere a bastonate, un fazzoletto per fare bandierina… E tanto altro. Oggi chi rivede più quei giochi? Non è nostalgia ma la presa in atto che la bellezza del tempo libero, per bambini e ragazzi, è oggi una bellezza diversa, che va rispettata, nutrita, gestita con tanta sensibilità. E, come sempre, con tanto amore per quelle età che hanno bisogno di giocare.
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