Gratitudine ai tanti che operano ogni giorno nel silenzio

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Gratitudine ai tanti che operano ogni giorno nel silenzio

Ho cercato, negli ultimi due mesi, di raccontare l’esperienza del “viaggio all’interno del CSI”. Si è trattato, per me, di una verifica significativa, che mi ha arricchito e reso ancor più consapevole di quanto sia importante la nostra Associazione nella struttura sociale, sportiva e culturale della nazione. Ho ascoltato resoconti, analisi, progetti, presentati in Assemblee regionali e provinciali. Ho partecipato a tanti approfondimenti, riflessioni e a tanti dibattiti che mi hanno arricchito, ma soprattutto mi hanno aiutato a percepire meglio quanto sia solida la struttura associativa. Ho cercato di essere presente ovunque mi fosse possibile, e mi spiace non essere sempre riuscito a rispondere con la presenza a inviti fatti con il cuore e con il desiderio di un incontro fra persone innamorate del progetto CSI. Ricandidandomi al ruolo di Presidente nazionale, ho incontrato molte persone che hanno accettato di farsi carico a loro volta di ruoli di qualche responsabilità, e non ho mai perso l’occasione di ringraziare per la disponibilità. Ma ora è venuto il momento di ringraziare anche i tanti “uomini e donne del CSI che non sono candidati a niente”, ma che si sono resi disponibili nel proseguire ad offrire il loro sereno contributo affinché il nostro “sogno” si concretizzi ogni giorno in attività sportive, formative, educative. Per che cosa? Per un mondo più giusto, per una società più attenta, per una vita insieme più armoniosa e, soprattutto, per fare in modo che nessuno si senta “scartato” o lasciato fuori. Il CSI esiste ed opera da 80 anni perché è nel cuore di molte persone che operano nel silenzio, offrendo con costanza il loro servizio, permettendo così che si realizzino le attività programmate. Trasmettendo in tal modo dei valori, che si rinnovano nel tempo e che si confermano nella loro immutabile solidità di realizzazione del mandato evangelico della solidarietà e dell’amore reciproco. Valori che l’età, anziché svilire o far passare di moda, sta rendendo sempre più essenziali. Tutto ciò mi induce ad augurare al CSI, che, finito il tempo della ordinaria dialettica elettiva, inizi il tempo della cooperazione sincera, fattiva, onesta. Dobbiamo, più che mai, onorare il nostro essere CSI, mettendo nel nostro compito quotidiano anche una sincera disponibilità alla collaborazione, in un clima di solidarietà fraterna.