Non si può osservare la situazione in Romagna senza commozione. Forse, a maggior ragione, siamo toccati nel profondo dall’esemplare compostezza e dalla dignità espresse nei paesi dove la furia dell’alluvione ha colpito più duramente. Il disastro, a partire dalle vite umane stroncate in pochi attimi di apocalisse, è sotto gli occhi di tutti. Ma quello che in molti stanno facendo per aiutare, in parte ci viene raccontato, in parte non possiamo conoscerlo. Sono informato delle iniziative di alcune società sportive e dei Comitati territoriali delle regioni colpite che hanno attivato soccorsi arrivando anche a gestire l’organizzazione di aiuti diretti, con ragazze e ragazzi sul posto, immersi nel fango, per tentare di riportare un briciolo di serenità. Penso con grande tristezza, nel rispetto di tutti gli altri settori, ad impianti sportivi realizzati anni fa, migliorati con grandi sacrifici ed ogni genere di autofinanziamento, che sono andati distrutti in pochi minuti. Lì, dove c’erano campi da gioco, palestre, piste di atletica, adesso domina il colore grigio-terra della distruzione, a testimonianza della nostra fragilità di fronte alla forza della natura. C’è quindi bisogno di tutto subito, perché non si lascino senza luoghi di incontro, di aggregazione e di relazione amichevole ragazze e ragazzi. È tutto indispensabile, così come i ponti che uniscono i territori, le strade che permettono lo scorrere della vita e del lavoro, le case per accogliere le migliaia di persone rimaste senza niente. Non è il momento di fare richieste particolari, ma ci permettiamo di ricordare a chi ha responsabilità di Governo che non ci si deve dimenticare dei ragazzi e del loro bisogno di fare sport, di liberare la mente dall’angoscia di questi giorni, di ritrovarsi con gli amici. Di tornare a sorridere. Dopo gli anni della pandemia, della crisi economica provocata dallo scoppio della guerra in Ucraina, questa è l’ennesima batosta che potrebbe indurre molti a gettare la spugna. So che non è facile, che un conto è parlare ed un altro è trovarsi a rimettersi in piedi dopo aver perso il frutto di anni e anni di lavoro, ma è fondamentale che in Romagna la gente sappia che il CSI c’è e che si stanno studiando e realizzando tutte le forme possibili di sostegno.
Safeguarding: tutto quello che devi sapere
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