Coinvolgere giovani dai 7 a 17 anni, provenienti da vari Paesi europei, in attività sportive e sociali in grado di creare connessioni tra culture e tradizioni differenti. È la meta del progetto “SGAP – Stop the gap”, cofinanziato dall'Unione Europea (progetto Erasmus Plus), che vede il CSI Bari impegnato nella collaborazione con associazioni e realtà nazionali, della Macedonia del Nord e della Croazia.
Protagonisti saranno soprattutto ragazzi e ragazze con disabilità e difficoltà socioculturali, che parteciperanno a incontri formativi sui temi dell'inclusione e della prevenzione al bullismo. I giovani potranno prendere parte ad attività gratuite di basket, ginnastica per il benessere, arti marziali, autodifesa, danza sportiva e tennistavolo. Il progetto è suddiviso in tre fasi: la scelta della disciplina sportiva, la pratica coordinata dagli allenatori del CSI e il report finale.
Il progetto è stato presentato il 17 gennaio a Bari. Presenti, fra gli altri, il sindaco Vito Leccese, la presidente del CSI Bari, Serafina Grandolfo e il responsabile del progetto, Nicola Battista. Il sindaco ha ricordato il suo passato da ex giocatore di pallamano e la sua prima volta all'estero «in occasione di una partita disputata a Dubrovnik e poi a Skopje». Ha quindi aggiunto che «l'attività sportiva per i giovani, soprattutto nella fascia d'età interessata da questo progetto, è un ottimo stimolo alla crescita, individuale e collettiva», ringraziando il CSI di Bari, «sempre molto attento ai valori dell'inclusione e dello sport, per aver permesso ai giovani baresi e ai loro coetanei macedoni e croati di incontrarsi e conoscersi». «Sarà certo un momento molto costruttivo – ha chiosato il numero uno cittadino – anche per la nostra città, terra di incontro tra popoli diversi e tra genti di fede diversa sotto l'egida di San Nicola».
Grandolfo, porgendo anche lei un sentito benvenuto agli ospiti della Macedonia del Nord e della Croazia, ha aggiunto che «si tratta di un progetto di inclusione sociale rivolto ai tanti ragazzi in condizioni di svantaggio socioeconomico e con disabilità e che si fonda sull'aggregazione tra coetanei realizzata tramite lo sport. Attraverso queste attività potremo anche sancire l'unione tra le due sponde del mar Adriatico in un momento storico in cui è fondamentale ritrovare lo spirito di collaborazione e il desiderio di pace».