Relazione e Inclusione: un approccio pedagogico tramite un’arte marziale

A Treviglio il corso di formazione dedicato al personale docente e non docente

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Relazione e Inclusione: un approccio pedagogico tramite un’arte marziale

Il 23 marzo scorso si è concluso con successo il seminario intitolato “Aikido- Relazione e Inclusione: un approccio pedagogico tramite un’arte marziale”. Il corso di formazione è stato patrocinato dal CSI di Bergamo su richiesta di alcune scuole di Treviglio ed era dedicato al personale docente e non docente. Il progetto è stato condotto con la collaborazione dell’associazione sportiva Amici dell’Aikido ASD di Treviglio e dei seguenti relatori:
Claudio Colnaghi - responsabile del progetto - maestro di aikido, formatore aikido CSI e responsabile dei corsi di aikido; Andrea A. maestro di aikido, formatore CSI e responsabile della commissione tecnica nazionale aikido del CSI; Marco Zerbi, istruttore di Aikido CSI; Silvia Colnaghi, Antropologa; infine ospite speciale Werner Meier, pioniere dell’Aikido.
Gli incontri si sono svolti nell’arco di due settimane per un totale di 8 ore. Tredici sono state le partecipanti che hanno seguito l’intero percorso, tra le quali insegnanti di scuola dell’infanzia, insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado.
L'Aikido può ben costituire una risorsa pedagogica altra, alla quale gli insegnanti di Scuola possono attingere per integrare le proprie competenze così da arricchire il ventaglio di approcci possibili nella gestione delle relazioni inter-individuali o di gruppo, a Scuola o nella vita di tutti i giorni.
Il “lavoro” educativo su cui si basa l’Aikido è prevalentemente di tipo fisico, per questo si è cercato di bilanciare nel modo più equilibrato possibile la parte fisica con quella teorica mettendo i partecipanti nella condizione di verificare immediatamente in materassina quanto veniva spiegato a voce tramite esercizi corporei molto pratici.
Generalmente davanti ad una presa che ci blocca un braccio l'istinto ci porta a strattonare per liberarci: a tirare all'impazzata o a spingere. Se non funziona ci riproviamo con più forza e dopo vari tentativi può subentrare la passività: si desiste e ci si arrende. In genere si tentano soluzioni che anche in caso di insuccesso (forza contro forza) vengono riproposte (tiro più di prima). Il rischio qui è quello di tentare soluzioni che mantengono invariata la relazione problematica o che addirittura creino una persistenza ancora più pericolosa, come nel caso dell’escalation di forza.
Nel corso dei 4 incontri si sono anche affrontati esercizi che miravano ad aumentare lo “stress” nelle partecipanti facendole uscire dalla propria “confort zone” in modo da lavorare su aspetti più propriamente emotivi.
Infine sono stati affrontati elementi di gestione strategica delle relazioni creando un breve “faccia a faccia” tra le massime care al Barone Von Clausewitz e a Sun Tsu da cui è emerso, tra l’altro, l’utilità di trarre vantaggio da una situazione senza necessariamente opporre forza a forza ma sfruttando a proprio vantaggio la “non resistenza”.
L’inclusione è stata il “fil rouge” discreto che ha unito tutte le giornate di formazione.
Dal questionario di gradimento che è stato somministrato alla fine del corso è risultato che il 100% dei partecipanti ritengono utile riproporre un corso di questo tipo.
Il corso di formazione è stato anche caricato sulla piattaforma SOFIA del MIUR ed è valido per l’attribuzione di crediti formativi nell’ambito del progetto di formazione continua degli insegnanti scolastici.

Per informazioni potrete scrivere a [email protected]