A San Giovanni Galermo, periferia nord della città di Catania, il CSI etneo ormai da decenni promuove attività educative e sportive per i bambini e i ragazzi del quartiere. Per anni, infatti, sotto la guida dell’indimenticato Santo Gagliano - dirigente scolastico per circa un ventennio dell’istituto scolastico del quartiere IC Petrarca - instancabile nel sottrarre i giovani alla strada e soprattutto alle “lusinghe” della microcriminalità, decine e decine di ragazzi venivano coinvolti nelle attività sportive organizzate dalla scuola, dal rugby al volley, dal calcio all’atletica leggera.
Dal 2014 inotre il CSI è presente nel quartier con un forte presidio educativo, il Punto Luce di Save The Children Italia, in cui ogni giorno in media 60 bambini e ragazzi svolgono attività di ludiche e sportive gratuite.
E proprio nella piazza “Beppe Montana”, intitolata al commissario di polizia vittima di mafia, poco distante dal Punto Luce, e da poco riqualificata con attrezzature sportive (nell’ambito del progetto “Catania Spazio Sport” e grazie al Programma Pon Metro Catania 2014-2022) in un’ottica polivalente, attrezzata e distinta in zone funzionali per attività sportive (calcetto, basket) anche su impulso del comitato di Catania, il CSI organizza nel corso dell’anno diversi eventi e “Feste dello sport” allo scopo di far vivere in questo spazio di comunità agli abitanti del quartiere occasioni di incontro, di socialità e di cittadinanza attiva.
Domenica 19 novembre protagonisti sono i stati i bambini e i ragazzi che sono stati coinvolti in diverse attività ludiche, sportive e laboratoriali. Nel corso della mattinata, alla presenza dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Gucciardi, è stato piantato un albero d’ulivo.
«Tra le note più belle della mattinata, oltre al divertimento dei più piccoli, vi è il grande lavoro di rete – dichiara Agnese Gagliano, presidente del Centro Sportivo Italiano Sicilia e coordinatrice del Punto Luce di Save The Children proprio a San Giovanni Galermo – Tante sono infatti le associazioni che hanno lavorato in piena sinergia e con grande spirito di collaborazione. L’altro dato importante è che tanti sono stati gli abitanti del quartiere, con le loro famiglie, che hanno partecipato alle attività. Questi spazi di comunità, devono sempre più essere intesi in questo senso: luoghi nei quali la comunità può ritrovarsi e ritrovare un senso di appartenenza che sia a misura di tutti e di ciascuno».