Pomeriggio azzurrissimo al tramonto di una giornata estiva nella capitale. In zona Tiburtina, la parrocchia San Giuseppe Artigiano ha accolto due campioni della Nazionale di calcio, compagni con la maglia italiana, amici e colleghi nella capitale nei rispettivi club di serie A: l’attaccante Stephan El Shaarawy dell’A.S. Roma e il centrocampista Marco Parolo della S.S. Lazio. Tantissimi ragazzi ad accoglierli, mamme, papà, bimbi, allenatori, tecnici, parrocchiani a caccia di selfie ed autografi. Romanisti, laziali, tutti insieme ad abbracciare i due big del massimo campionato. Il pallone della Serie A autografato da entrambi gli azzurri e da Enrico e Francesco, i due giovani capitani dei gialloblu dell’oratorio al Tiburtino. Felice don Andrea Calamita, ordinato sacerdote da due anni in San Pietro, dopo il Seminario Romano Maggiore. “Siamo tutti i fratelli è il nostro motto per tutte le sei squadre che abbiamo in oratorio – afferma il viceparroco – al di là dei colori giallorossi e biancocelesti. Che entusiasmo! Sono davvero felice. Del resto lo sappiamo bene e lo ribadisce spesso il nostro parroco don Gianni Di Pinto ‘lo sport è un importante fattore di crescita ed aggregazione’. Grazie al Csi riusciamo in una parrocchia di diecimila anime, a far stare insieme e divertire tanti giovani.
Gli occhi dei ragazzi della Junior TIM Cup, il torneo di calcio Under 14 promosso da Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano, sono tutti per Stephan El Shaarawy e per Marco Parolo della S.S. Lazio. Tanti i passaggi offerti alla platea parrocchiale. Se il faraone predica umiltà ai ragazzi che sognano i palcoscenici più grandi, il mediano laziale ricorda i suoi trascorsi da educatore in oratorio.
“È bellissimo partecipare a questa iniziativa, vedere tutti questi ragazzi felici e pieni di entusiasmo – le parole del numero 92 giallorosso - Mi rivedo molto in loro, quando da piccolo tiravo i primi calci sui campetti con i miei amici. Spero che coltivino il sogno di diventare calciatori e mi auguro con tutto il cuore che riescano a realizzarlo. Oltre all’impegno, bisogna avere la costanza nel volere raggiungere i propri obiettivi e avere sempre l’ambizione di migliorarsi e non accontentarsi mai, restando umili ad ogni traguardo raggiunto.”
“Ho iniziato a giocare a calcio in oratorio – sorride l’aquila numero 16 - è sempre stato il punto di ritrovo per me e per tutti i miei amici, conservo alcuni tra i ricordi più belli della mia vita. Lì ho passato tante ore, giocavo dalle 2 alle 8 di sera, ma soprattutto è stata una tappa fondamentale per la mia crescita personale. Il calcio per me è soprattutto divertimento, non è importante quale livello si raggiungerà, ciò che conta sono l’impegno e la passione con cui si lavora ogni giorno per raggiungere i propri obiettivi e realizzare i propri sogni.”
Nella giornata piena di emozioni i ragazzi di San Giuseppe Artigiano, dopo aver rivolto alcune domande agli ambasciatori di Roma e Lazio, hanno poi donato loro una maglia con la scritta “Uno di Noi”, simbolo dell’unione tra il calcio di vertice e quello di base. Stephan El Shaarawy e Marco Parolo, insieme al capitano della squadra di un oratorio locale che partecipa al torneo, hanno poi firmato una speciale maglia che farà una “staffetta” in tutte le città dei prossimi incontri, diffondendo il messaggio e i valori del progetto in tutta Italia. Infine, tanto divertimento con alcuni dei giovani calciatori della Junior TIM Cup scesi in campo insieme agli ambasciatori delle squadre romane.
Nei prossimi giorni, invece, la Parrocchia S. Giuseppe al Trionfale (Roma), la Parrocchia SS. Trinità (Benevento), l’Oratorio Don Guanella (Napoli) e la Parrocchia S. Giuseppe Sibari (Crotone) disputeranno la quarta Fase Finale Interregionale del torneo e saranno inoltre accolti all’Olimpico di Roma per disputare un’amichevole in occasione del pre-partita di Roma-ChievoVerona, sotto gli sguardi dei loro idoli calcistici e del pubblico sugli spalti.
La Junior TIM Cup coinvolge gli oratori delle 15 città le cui squadre militano nella Serie A TIM e nelle precedenti edizioni ha fatto giocare oltre 53mila ragazzi in tutta Italia e quasi 4mila oratori, promuovendo l’alleanza tra sport di vertice e di base nel percorso di crescita e formazione dei più giovani.