I giorni che ci apprestiamo a vivere sono il centro dell’Anno Liturgico, la sorgente della nostra speranza, ma le notizie di guerra che ci raggiungono stendono una coltre pesante sulla nostra vita. Non vogliamo rassegnarci dinanzi ad una sconfitta, ad un traguardo non raggiunto; specie coloro che amano lo sport sanno che occorre rialzarsi e non arrendersi. Nella Pasqua Gesù inaugura una vita nuova: la forza di questo evento fa rotolare il masso dalla tomba. Quanti massi ci sono nella nostra vita: il tempo che stiamo vivendo segnato da ingiustizie, violenze, morte, distruzione; come pure la nostra incapacità ad amare e a lasciarsi amare, la paura di accogliere, di essere sé stessi, di fidarsi. Questi macigni, che presumono tenere prigioniera la nostra speranza, vengono rimossi: la forza della risurrezione li ha sbalzati via.
Prepariamoci a correre con Maria di Magdala: usciamo dalle nostre paure, lasciamoci coinvolgere dal suo desiderio di vita e andiamo verso quella tomba vuota. Per quello che stiamo vivendo, sentiamo forte il desiderio di “uscire”, correre per gustare il tempo nuovo, della risurrezione. La narrazione evangelica ci dice che Maria di Magdala esce di casa quando era ancora buio. Questo è il tempo della “mancanza”, dove la nostra vita è svuotata per far posto alla vita nuova, dove far germogliare la speranza che non delude, dove, col Cristo risorto, sapremo rigenerare i gesti, le parole, le scelte, la vita… La vittoria di Gesù sulla morte ha la forza di ridestare la speranza; allora con Maria di Magdala corriamo a ridestare tutti coloro che sono turbati, impauriti, disperati, feriti.
Al sepolcro incontreremo l’angelo che annuncia una presenza diffusa del Risorto: «Non è qui, è risorto». Quanto è bello questo «non è qui». Lui è! Ma non qui nel male che segna questo tempo. Lui va cercato fuori, altrove: è nelle strade della vita, è in mezzo ai viventi. È nel cuore di ognuno di noi, è nelle comunità dove c’è amore, impegno, sacrificio, speranza. È nei campi da gioco, nelle palestre, sulle piste, lì dove l’esperienza sportiva fa incontrare, crescere, migliorare, accogliere.