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Meeting nazionale dirigenti

Il 28 e 29 gennaio appuntamento nella capitale

Nel corso dei lavori gli interventi dei vertici dello sport italiano, dal Ministro per lo sport e per i giovani Abodi, al numero uno del CONI, Malagò, al presidente e AD di Sport e Salute, Cozzoli. Bosio: “Serve maturità e consapevolezza per un profondo rilancio del modello sportivo associativo”

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Meeting nazionale dirigenti

Circa 400 i partecipanti presenti all'Ergife Palace Hotel di Roma per discutere del futuro dello sport nel Meeting Nazionale Dirigenti.

Nell'apertura di sabato 28 gennaio il presidente nazionale del CSI Vittorio Bosio ha dedicato un pensiero al ricordo dell’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio, recentemente scomparso.: «Con la morte del Presidente Tavecchio scompare un protagonista dello sport in Italia, non solo del calcio lombardo, con il quale il CSI ha spesso gestito importanti momenti di confronto sincero e sempre rispettoso dei compiti assunti di fronte alla società italiana».

 

Abodi: Dove c'è lo sport la qualità della vita è migliore
 
Quindi il primo a intervenire nell'incontro con i vertici dello sport italiano, è stato il Ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi: «E' una giornata buia perché è andato via un amico, Carlo Tavecchio. E' andato in un luogo dove si è sempre presenti e dove un giorno ci ritroveremo. Il connubio sport e giovani può produrre grandi risultati e sui giovani abbiamo l'obbligo di occuparcene ancora di più. Rilanceremo i giochi della gioventù con un'agenda multidisciplinare in collaborazione tra Ministeri. L’obiettivo principale del mio ministero è la scuola e lo sviluppo delle politiche di sport sociale. L’entrata in vigore della Riforma dello sport del 1 luglio è una data di partenza inevitabile. I 6 mesi di proroga serviranno per eventuali aggiustamenti, frutto dell’ascolto con le realtà interessate, ma l’impronta della riforma non si modifica. Invece sul limite dei mandati, ritengo che 12 anni sia un tempo lunghissimo per lavorare e, in un sistema aperto, favorire il giusto ricambio per chi successivamente prende l'incarico. Possiamo differenziare le politiche ma dobbiamo domandarci e riflettere sul tema del ricambio generazionale. Per quanto riguarda Sport e Salute, è una società del Governo e non è antagonista del CONI. Concludo con un mio pensiero: vorrei che gli EPS lavorassero a stretto contatto con il Ministero e che il CONI possa continuare ad esprimersi al meglio nello sport di vertice, con la grande capacità che lo contraddistingue. Serve infatti chiarezza dei ruoli e complementarità. Se c’è questa armonia ci sarà un rilancio nel ricambio generazionale e nella vocazione sportiva dei dirigenti».

 

Malagò: Lo sport di base è lo sport di vertice

A seguire c'è stato l'intervento del presidente del CONI Giovanni Malagò: «Il CSI è un grande Ente di Promozione Sportiva. Conosco bene la storia e l’attività sportiva di base che svolgete sul territorio. Di 13 milioni di praticanti sportivi, 2/3 sono tesserati con gli EPS. Ultimamente ci sono state diverse situazioni conflittuali nella governance dello sport. Abodi ritiene che gli EPS debbano far parte del Governo, ma io ritengo invece che non si possa separare sport di base dallo sport di vertice. Lo sport di base è lo sport di vertice. Gli equivoci tra CONI, Sport e Salute e Governo sulla Riforma dello Sport nascono dal fatto che chi fa le norme e i decreti attuativi dovrebbe tenere conto anche di cosa succede nella realtà sportiva, a tutti i livelli».

 

Lembo: Giusto riconoscere il ruolo degli EPS e il loro valore sociale 

L'ultimo intervento della mattina è stato quello del coordinatore nazionale degli Enti di Promozione Sportiva al CONI, Damiano Lembo: «Da quando è stata costituita Sport e Salute si è creato un ulteriore soggetto istituzionale, oltre al CONI. Gli EPS si sono trovati al centro di questa situazione con un doppio interlocutore. Noi EPS siamo un po’ preoccupati dall’uscita degli EPS dal sistema sportivo nazionale. Il passaggio degli EPS all’interno del Dipartimento per lo Sport sarà motivo di scontro, anche perché diventa sempre più complicato il rapporto con le Federazioni Sportive Nazionali. Vogliamo che ci venga riconosciuto il nostro ruolo all’interno dello sport di base! Non ultimo, stiamo vivendo una fase delicata anche in vista dell’entrata in vigore della Riforma Dello Sport».

 

Cozzoli: Dobbiamo ritrovare il senso della centralità dello sport

Nel pomeriggio è intervenuto Vito Cozzoli, Presidente e AD di Sport e Salute: «Sport e Salute e CSI hanno costruito un percorso importante attraverso un lavoro fatto insieme e un comune linguaggio. Il lavoro di squadra e gli investimenti del governo hanno consentito di conseguire importanti risultati. La strada intrapresa è quella giusta. Grazie agli 80 milioni dedicati allo sport di base, sono stati attribuiti agli Enti di Promozione Sportiva ben 18 progetti, di cui 4 al CSI. Le sfide non sono nelle parole. Le sfide sono nei fatti. Siamo persone concrete che realizzano fatti. Vogliamo attivare azioni utili alla collettività, attivando sinergie e collaborazioni e portando avanti l'idea dello sport per tutti. Insieme sul territorio possiamo fare la differenza. A tal proposito, abbiamo lanciato un piano sociale che toccherà quartieri, inclusone, sport nei parchi e carceri, che realizzeremo insieme. Lo sport del futuro sono gli spazi che prendono vita e le persone che li abitano. Dobbiamo ritrovare il senso della centralità dello sport, cambiando gli spazi in luoghi e puntando sulla rigenerazione urbana. Non dobbiamo aver paura di innovare. Lo sport può essere uno strumento di crescita economica del Paese».

 

La Messa vespertina celebrata da don Alessio Albertini è stata molto partecipata. “Abbiamo sentito tante parole oggi - ha iniziato l’assistente ecclesiastico nazionale del CSI - e non ce n'è stata una fuori posto. Le nostre parole vogliono esprimere la nostra storia. Vi invito a fare tesoro delle parole che abbiamo ascoltato oggi. Le parole devono infatti dipingere i fatti. La Bibbia è questo. Chiediamoci ora: com'era intesa la felicità ai tempi di Gesù? Probabilmente uomo in salute e sposato, con una donna feconda e una terra che desse buoni frutti. Gesù è l'esatto opposto dell'uomo felice: si preoccupa di rendere felici gli altri, come si trattasse di un paradosso. Vorrei che la nostra associazione potesse essere un po' paradossale, com'è stato Gesù, nel regalare felicità. Vi invito quindi a non pensare alla felecita utilizzando i canoni normali, a non offrirla come la offrono tutti. 
In un tempo in cui la gente è demotivata, felici tutti coloro che si impegnano nella nostra associazione al servizio dello sport e dei giovani”.

 

Bosio: Il futuro è nei giovani e nel cuore

Domenica 29 gennaio il Meeting Nazionale Dirigenti si è concluso con la relazione del Presidente nazionale Vittorio Bosio: «Abbiamo fortemente voluto in questo meeting i giovani, perché siamo convinti che siano loro il futuro dell'associazione. Stiamo dalla parte dello sport, del CSI, dei valori che ci portiamo dietro da quasi 80 anni. Abbiamo capito chiaramente ieri, dagli autorevoli interventi di chi governa lo sport italiano, che c’è un progetto di portare gli enti di promozione sportiva dentro il Dipartimento dello sport, probabilmente fuori dal sistema sportivo nazionale, in un qualcosa che al momento non è ben definito. Personalmente ritengo che dobbiamo essere protagonisti del sistema sportivo nazionale, seppur magari con altre formule. È importante inoltre che si trovino i confini sui temi delle attività e delle competenze invocate ieri e che portino rapporti sereni ma chiari e trasparenti con le Federazioni Sportive Nazionali». Si rivolgono poi altrove le sue parole: «Lo sport sociale non funziona perché lo si chiama così; funziona solo se lo si pratica con il cuore, così come abbiamo fatto da sempre, con progetti e attività di vera azione sociale. Abbiamo incluso nello sport le persone con disabilità - per fare un esempio, ma ne potrei fare altri - ben prima che si costituisse un movimento paralimpico così strutturato.
Tra gli auspici di questo 2023 proveremo poi a ricostruire un rapporto fecondo con la Chiesa e sul piano delle attività sportive continueremo a valorizzare il territorio, al quale per alcune discipline abbiamo affidato l’organizzazione di alcuni Campionati nazionali. La nostra Associazione va tenuta unita: sono convinto che il Centro Sportivo Italiano tornerà ad essere grande come lo era prima della pandemia, grazie alle tante persone generose che la abitano».

 

Nel Meeting Nazional Dirigenti c'è stata un’ampia riflessione interna al CSI per ragionare intorno al progetto culturale e sportivo, sull’attività sportiva, sul significato dell’essere dirigenti sportivi oltre che sulle nuove discipline sportive, sul modello dei campionati. Il metodo di lavoro ha visto protagonista sempre il confronto e il dibattito sui vari temi. La revisione e la riscrittura del progetto culturale e sportivo dell’associazione è il cuore del percorso assembleare. C’è dunque voglia di sognare e immaginare insieme il futuro, che sia frutto di una volontà ampia, di una condivisione reale da parte dei territori, dei dirigenti e degli uomini e delle donne del CSI.