Oratori e sport: un’alleanza educativa al centro del primo convegno della Diocesi di Bergamo

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Oratori e sport: un’alleanza educativa al centro del primo convegno della Diocesi di Bergamo

Un convegno alla sua “prima” edizione, un anniversario importante e un terreno di gioco comune: è da questi ingredienti che è nato il primo convegno sull’oratorio della Diocesi di Bergamo e, in occasione degli 80 anni di storia del CSI di Bergamo, ha trattato il tema «Oratori&Sport».

Sabato 25 gennaio, all’oratorio di Torre Boldone, si sono ritrovati allenatori, educatori, dirigenti sportivi, membri di équipe educative e sacerdoti per riflettere attorno a un legame, quello tra oratorio e sport, tanto vincente quanto delicato. «Mettersi in gioco per le giovani generazioni attraverso lo sport ha sottolineato Gaetano Paternò, Presidente CSI Bergamo è un impegno serio e desideriamo portarlo avanti insieme a tutte le persone che mettono tempo, intelligenza, passioni e anche fatica dentro la vita sportiva dei nostri oratori». 

Allargare l’argomento dello sport a tutti i volontari ha evidenziato come la pratica sportiva non sia una delega esclusiva delle società sportive, ma come essa sia uno strumento al servizio dell’educazione di tanti bambini, ragazzi e adolescenti che passano in oratorio. A ribadire il concetto, sono stati anche i punti in comune tra oratorio e sport emersi nell’arco dei quattro interventi del convegno. «Abbiamo sempre accolto ogni ragazzo per ciò che è, non per ciò che è destinato ad essere ha detto Vittorio Bosio, Presidente nazionale del CSI, sottolineando come lo sport debba essere per tutti, nessun escluso. Non si mette in risalto la prestazione, dunque, ma la crescita umana e sportiva di ciascun atleta. Anche Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta B. C., cresciuto sui campi dell’oratorio ha fatto emergere come «lo sport giovanile debba essere educativo, formativo e sociale. Le società sportive spesso si preoccupano del campo, ma prima di tutto occorre occuparsi di tutto ciò che sta fuori dal campo per creare un ambiente in cui i ragazzi possano stare bene». 

Nel corso del suo intervento il dott. Samaden riconosce come la base di quell’ambiente sereno sia riconducibile al modello oratoriale: un’esperienza in cui ciascun ragazzo si possa mettere in gioco per ciò che é. Se questo modello oggi è associato all’oratorio è anche merito del vescovo Giulio Oggioni che, come ha sottolineato don Gabriele Bonzi (direttore UPEE), nel 1985 diede l’indicazione di avere “un campo sotto ogni campanile”.

Da qui, la storia dello sport in oratorio vive momenti di espansioni e altri di calo. Oggi, come emerge dalla fotografia portata da Marcelo Mossali (collaboratore UPEE), la situazione vive un periodo di ripresa con 102 società sportive presenti negli oratori della Diocesi di Bergamo. Lo sport, però, non affronta solo la questione della presenza in oratorio: quotidianamente incontra sui campi da gioco le fragilità degli atleti, le difficoltà dell’inclusione, le diverse culture, il rapporto da tenere con le famiglie, la ricerca di idee per non escludere nessuno e le attenzioni educative da mettere in gioco.  

Il convegno si è concluso con un invito alla corresponsabilità: allenatori, volontari e dirigenti sono stati esortati a continuare il loro impegno con passione e gratuità. «Fare sport con il CSI significa accogliere tutti per ciò che sono – ha concluso Bosio –. È un servizio inestimabile che contribuisce a costruire non solo atleti, ma anche il mondo e la Chiesa di domani».
Grazie a eventi come «Oratori&Sport», il CSI di Bergamo celebra 80 anni di storia guardando al futuro, con la consapevolezza che lo sport negli oratori è una strada privilegiata per educare le giovani generazioni e costruire una società più inclusiva e solidale.

Ora si torna sui campi da gioco e in oratorio con qualche consapevolezza in più e con tanta gratitudine addosso: la gratitudine per un servizio speso a favore delle giovani generazioni con tanta gratuità sia dentro che fuori dal campo.